Carlo Ottaviano per “Il Messaggero”, 12 marzo 2019.
Da sempre amato all’ estero e insostituibile in tantissimi cocktail – Manhattan e Negroni i più noti – in Italia il vermouth rivive una seconda giovinezza. «Sta tornando di moda, scrollandosi di dosso quel profumo di vecchio armadio che sembrava emanare», raccontano Clara e Gigi Padovani che lo scorso week end al Fico di Bologna hanno dato vita all’ affollatisismo primo Festival del Vermouth di Torino. In abbinamento o no («Ma basta alle arachidi fanno appello i Padovani – meglio le nocciole italiane tostate e salate»), liscio o mixato, usato perfino in cucina, il misterioso fascino delle sue origini sta conquistando i giovani.
Il produttore guru del momento è il romagnolo 45enne Baldo Baldinini. Prima di diventare liquorista era un naso, un profumiere un po’ alchimista, amante della musica e dei buoni piatti. Ascoltiamo: «Per me il linguaggio degli aromi è come quello musicale. Sono io che riempio il pentagramma con l’ unione di diverse note che creano una sinfonia. A volte si può avvertire un sentore di rose o floreale senza quelle specifiche botaniche ma come frutto di una sommatoria di passaggi di note». Unendo olfatto a palato, il profumiere ha «iniziato a fare vermouth e vini aromatizzati, senza dimenticare i segreti appresi nel corso degli anni».